USA–Libano: Washington subordina ogni cooperazione al disarmo di Hezbollah e alle riforme.

Marta Felici 09/04/2025
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A seguito di una serie di incontri ad alto livello Beirut, la Vice Inviata Speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, nell’ambito della sua seconda visita ufficiale da quando ha assunto l’incarico nell’Amministrazione del Presidente Donald Trump e svoltasi nel fine settimana scorso, ha delineato con fermezza le condizioni poste da Washington per l’eventuale apertura di un quadro di cooperazione istituzionale con il Libano. La diplomatica statunitense ha incontrato, tra gli altri, il Primo Ministro Nawaf Salam, il Presidente Joseph Aoun e il Presidente del Parlamento Nabih Berri, oltre ad altri alti funzionari politici e militari.

Gli Stati Uniti hanno ribadito l’imprescindibilità del disarmo di Hezbollah, la cessazione di tutte le attività armate condotte sotto l’egida della cosiddetta “Resistenza” e l’avvio di riforme strutturali orientate al contrasto della corruzione. Ortagus ha chiarito che un atteggiamento attendista da parte delle istituzioni libanesi porterebbe al congelamento di ogni ipotesi di partenariato.

Nel corso delle consultazioni, la Vice Inviata ha specificato che la questione della normalizzazione dei rapporti con Israele non è stata oggetto di discussione, poiché le attuali priorità dell’Amministrazione americana sono concentrate sull’attuazione di un cessate il fuoco, il disarmo di Hezbollah e la riforma economica in Libano. Tali condizioni, ha affermato Ortagus, rappresentano le basi per aprire un eventuale processo negoziale su questioni pendenti tra Libano e Israele, tra cui la delimitazione dei confini e il ritiro delle Forze di Difesa israeliane (IDF) da aree contese.

Durante l’incontro con il Presidente Aoun, non sarebbero emerse obiezioni alla proposta statunitense di istituire tre commissioni diplomatiche incaricate di trattare con Israele i temi dei detenuti, della delimitazione dei confini e del ritiro israeliano dal Paese. Tuttavia, Beirut ha respinto l’ipotesi di negoziati diretti, suggerendo un formato tecnico-militare ispirato al modello utilizzato nel precedente negoziato sulla delimitazione marittima.

Gli Stati Uniti avrebbero inoltre fissato un orizzonte temporale di 1–3 settimane per l’adozione da parte delle Forze Armate libanesi di misure concrete e visibili in materia di disarmo, tra cui il controllo effettivo di tutti i valichi di frontiera, in particolare quelli con la Siria.

Al termine della visita, Ortagus è tornata a parlare direttamente di Hezbollah, definendolo un “cancro” per lo Stato libanese, e denunciando il ruolo distruttivo del gruppo, in particolare nel contesto della crisi finanziaria aggravata dall’esplosione del 4 agosto 2020 al porto di Beirut. La diplomatica ha attribuito a Hezbollah e all’Iran la responsabilità diretta delle “conseguenze catastrofiche” delle recenti operazioni militari israeliane sul territorio libanese. In questo contesto, ha ribadito l’urgenza per il nuovo governo di procedere al disarmo del partito-milizia.

Nonostante la durezza delle sue dichiarazioni, Ortagus ha espresso soddisfazione per la nuova compagine governativa, invitando il Presidente Aoun e il Premier Salam a proseguire nell’opera di rafforzamento delle Forze Armate nel sud del Paese e nell’attuazione delle riforme interne.

 

di Marta Felici – Junior Analyst COSMO


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