Libia: chi sono le forze in campo nella guerra a Tripoli 2

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Il 3 aprile, l’Ufficio stampa dell’LNA (Libyan National Army), l’esercito libico basato nella regione della Cirenaica, facente capo al Maresciallo Khalifa Haftar, ha annunciato che le forze armate hanno cominciato ad avanzare verso le città dell’ovest della Libia per “eliminare i restanti gruppi terroristici nella regione”. Poco dopo, Haftar si è rivolto in un audio al suo esercito, in cui chiede ai suoi uomini di “puntare le armi e sparare solo a chi imbraccia le armi per spargere sangue”, garantendo l’incolumità “di chi getta le armi, dei cittadini della capitale e del personale straniero delle missioni diplomatiche”.

In un’avanzata fulminea e incontrastata verso la capitale, le forze dell’esercito hanno raggiunto la periferia sud di Tripoli nell’arco di due giorni, spingendo il 4 aprile la Forza di difesa di Tripoli – coalizione formata da quattro delle principali milizie della capitale –, affiliata al governo di accordo nazionale (GNA) guidato da Fayez al-Sarraj e riconosciuto a livello internazionale, a lanciare l’operazione “Ouadi Doum 2” (nome di una località ciadiana in cui Haftar cadde prigioniero durante la guerra tra la Libia e il Ciad negli Anni Ottanta) per respingere l’avanzata delle forze avversarie.

Il 6 aprile, Al-Sarraj ha pronunciato un lungo discorso in risposta a quello di Haftar, in cui accusa quest’ultimo di aver tradito le intese raggiunte nel loro incontro avvenuto poco prima, il 27 febbraio, ad Abu Dhabi, in cui il Maresciallo acconsentì all’indizione delle elezioni per porre fine alla fase di transizione in Libia, e annuncia la mobilitazione generale a Tripoli. Il 7 aprile, il portavoce dell’esercito del governo di Tripoli, Mohammed Gununu, ha annunciato il lancio dell’operazione “Burkan al-Ghadab” (Vulcano di Rabbia) per sconfiggere le forze di Haftar.

Gli scontri sono stati immediati, e si sono concentrati prima nell’aeroporto internazionale di Tripoli, a sud della capitale, che sembra essere stato recuperato dalle forze del governo di accordo nazionale, per poi interessare altre zone di Tripoli, in particolare l’area tra Wadi al-Rabi‘ e Ben Gascir, Ain Zara e Khallat al-Furjan. L’8 aprile, l’aviazione dell’LNA ha bombardato l’aeroporto di Mitiga, colpendo un MiG-23 e un elicottero Chinook fermi nel complesso, che ospita anche il carcere di una nota milizia islamista, la Forza “Rada”; attualmente, sono in corso feroci scontri nell’area di Al-‘Aziziyya, dove le forze dell’LNA sono avanzate, conquistando una caserma.

Chi sono le forze in campo? Da una parte l’esercito di Haftar, relativamente compatto, ma a Tripoli? Mentre le forze di Khalifa Haftar, che ha schierato tutte le unità del suo esercito, sono facilmente riconoscibili in questo conflitto, rappresentando un unico blocco, le forze del governo di Al-Sarraj sembrano già essersi divise, con il lancio di due distinte operazioni, “Ouadi Doum 2” e “Vulcano di Rabbia”. A ciò si aggiunge l’infiltrazione nella capitale di combattenti islamisti, richiamati a Tripoli dalla nuova guerra, in cui vedono l’opportunità di ripulire le loro fedine penali. Personaggi come Salah Badi, comandante dell’operazione “Alba della Libia” e già cacciato dalle milizie oggi riunite nella Forza di difesa di Tripoli, dopo la sua sconfitta nella guerra dello scorso settembre; Mustafa al-Sharkasi, comandante delle Brigate per la Difesa di Bengasi, classificate come gruppo terroristico; Ibrahim Jadhran, ricercato in Libia e all’estero; ‘Abd al-Rahman al-Miladi, comandante della Guardia costiera libica facente capo al governo di accordo nazionale a Zawiya, ricercato e inserito nella lista delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza per il suo legame con il traffico di esseri umani, e altri islamisti e trafficanti ricercati in patria e all’estero si sono uniti alla battaglia al fianco delle forze del governo di accordo nazionale, di cui fino a ieri erano aperti oppositori, contro le forze di Haftar.


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